Buona Pasqua

  • By:Antonio D'Amore
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A tutta la comunità federiciana

Carissime, carissimi,
vi scrivo, con un sentimento di vicinanza e di speranza, per formulare a tutti voi i miei più sinceri auguri di buona Pasqua, che auspico possiate trascorrere serenamente con i vostri cari seppur in una condizione di “distanziamento personale” anomala per giorni di festa tradizionalmente dedicati a momenti di svago e di incontro.
In poche settimane il mondo è cambiato e ci si chiede quale futuro saremo in grado di costruire. Per noi comunità dell’intelletto parte una grande sfida che rappresenta anche una straordinaria occasione.
Vi scrivo, quindi, anche in qualità di candidato alla carica di Rettore per confermare la mia intenzione di riprendere, compatibilmente con l’evolvere dell’emergenza sanitaria, le attività di ascolto e di confronto che sono alla base di una costruttiva campagna elettorale.

La sospensione della procedura elettorale ci consente di ripensare e, auspicabilmente, di condividere i progetti e le proposte alla luce del nuovo scenario che si sta delineando. Dovremo affrontare, e in qualche modo lo stiamo già facendo, una fase di ricostruzione del nostro tessuto economico e sociale che richiederà uno sforzo aggiuntivo e una visione nuova delle prospettive di breve e lungo termine.
L’Università dovrà svolgere il suo ruolo assicurando i servizi tradizionali ma anche traducendo quello che oggi l’emergenza ci insegna in opportunità per i cittadini, per le imprese, per la società.
Potremo, per fare qualche esempio, aiutare le tante attività imprenditoriali colpite dalla crisi a riconvertire le loro produzioni, cogliere e rendere strutturali alcuni aspetti positivi della didattica online e dello smart working puntando anche allo snellimento e alla piena digitalizzazione delle
procedure amministrative, sostenere nuove opportunità di sviluppo di un paese che finalmente sembra aver compreso il valore della voce degli scienziati, degli investimenti nella ricerca e nell’innovazione, e di una formazione di qualità senza la quale diventa difficile per una comunità affrontare le emergenze in maniera coesa e consapevole.
Dovremo ripensare e adattare parte dei nostri programmi futuri. Inevitabilmente. Immagino interventi mirati a compensare le prevedibili difficoltà nel sostenere i costi dell’istruzione superiore in contesti socio-economici meno agiati o più colpiti dalla crisi conseguenza dell’emergenza. Immagino ci saranno revisioni dei meccanismi di “competizione” tra gli Atenei, con sempre più attenzione alla dimensione della cooperazione e alla corretta gestione delle risorse a fronte di un forte indebitamento del sistema paese. Immagino e spero che saranno attivati, oltre a quelli già messi in campo con il programma Innova per l’Italia, nuovi strumenti per sostenere la ricerca in tutte le aree del sapere, non solo quelle biomediche e tecnologiche. Dovremo essere capaci di intercettare queste opportunità muovendoci in maniera coordinata, con un approccio interdisciplinare e presentando progetti in cui far valere le nostre diffuse competenze e il loro impatto sociale, economico e scientifico.
Ho avuto modo di apprezzare in queste settimane un grande fermento intellettuale e una forte voglia di contribuire al dibattito di tanti colleghi che si sono confrontati in riunioni telematiche e in gruppi di lavoro sui vari temi associati all’emergenza. Ho trovato straordinario l’impegno e la risposta dei nostri studenti, che si sono dedicati allo studio con la caparbietà di chi vuole tenere stretto il bandolo del proprio avvenire. Ho apprezzato lo sforzo dei tanti docenti che hanno usato le risorse digitali per lasciare aperto il cantiere della didattica universitaria, il filo che ci unisce, ogni giorno, in una impresa comune. Encomiabili i colleghi, tutti i colleghi, di Medicina che questo filo stanno riannodando mentre sono impegnati sulla frontiera più difficile.

Anche grazie alle capacità dimostrate dalla nostra amministrazione che in condizioni così precarie e impervie non ha mai fatto mancare il suo apporto, la vita universitaria è andata avanti, senza sosta, senza risparmio. Ne siamo tutti orgogliosi.
Per tali motivi voglio cogliere l’occasione di questa lettera di auguri per esprimere pubblicamente, anche a nome dei tanti amici con i quali ho avuto il piacere di confrontarmi in queste settimane, una serie di dovuti ringraziamenti.
Il primo e forse il più sentito va ai colleghi di area medica, agli specializzandi, al personale tecnico amministrativo, agli infermieri, al personale paramedico, e a tutti i lavoratori del Policlinico
universitario
, che insieme all’Azienda Ospedaliera Universitaria e ai suoi vertici si stanno adoperando per la lotta al coronavirus pur continuando a garantire le funzioni di una grande struttura assistenziale.
Mi associo ai riconoscimenti rivolti ai reparti direttamente investiti dall’aggravio di lavoro, di responsabilità e di rischi personali connesso alla lotta al COVID-19. Potrei citare tanti nomi, ma l’elenco rischierebbe di essere incompleto.
Voglio ringraziare il Magnifico Rettore, il prof. Arturo De Vivo, che con competenza, equilibrio e energia sta guidando la Federico II in questa fase così straordinariamente complessa, e il Direttore Generale, dott. Francesco Bello, che insieme ai dirigenti e a tante unità di personale negli uffici
centrali, nei Dipartimenti e nei Centri è riuscito a mantenere in vita i servizi essenziali per il funzionamento della nostra macchina amministrativa e ad implementare, in tempi brevissimi, nuove forme di lavoro agile in tutto l’Ateneo. Anche in questo frangente abbiamo avuto la dimostrazione
della capacità e della professionalità del nostro personale tecnico amministrativo.

Il ringraziamento va esteso ai colleghi che nelle varie commissioni operative hanno lavorato nell’interesse comune per mettere a punto nuove procedure didattiche, per fornire istruzioni utili, per produrre disinfettanti, per costruire idee progettuali.
Nella prospettiva di un futuro così incerto (quali e quante emergenze dovremo affrontare e per quanto tempo?), di un futuro che autorizza qualcuno persino ad immaginare che l’Università non sarà più la stessa, diventa di fondamentale importanza costruire una nuova governance dell’Ateneo fatta di competenza, capacità gestionale, equilibrio e imparzialità, visione politica, inclusività, trasparenza, condivisione dei processi decisionali, riconoscimento del merito, dell’impegno e della qualità.
Vi rinnovo, quindi, e con il maggiore vigore richiesto dal momento storico che stiamo vivendo il mio impegno ad operare sulla base di questi principi esclusivamente per il bene comune.
Vi saluto tutti con gli auguri di una buona Pasqua e con l’auspicio di potervi incontrare presto, anche per riscoprire insieme il valore di una stretta di mano e di un abbraccio.
Matteo Lorito

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